
Con l’approvazione della Direttiva EPBD 2024, nota anche come Direttiva Case Green, l’Unione Europea ha tracciato una chiara roadmap per rendere il patrimonio edilizio europeo a zero emissioni entro il 2050. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso maggio, la direttiva impone agli Stati membri l’adozione di Piani Nazionali di Ristrutturazione degli Edifici.
L’obiettivo è ambizioso ma necessario: ridurre le emissioni, abbattere i consumi energetici e superare definitivamente l’utilizzo dei combustibili fossili. Il piano prevede scadenze precise: entro la fine del 2025 gli Stati dovranno presentare una prima bozza del proprio Piano Nazionale, mentre la versione definitiva è attesa per la fine del 2026.
I punti chiave della Direttiva
- Dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni (già dal 2028 per quelli pubblici).
- Entro il 2040 verranno progressivamente eliminate le caldaie a combustibili fossili.
- Introduzione di standard minimi di prestazione energetica (MEPS) per la ristrutturazione degli edifici meno performanti.
- Obblighi di predisposizione di colonnine di ricarica elettrica, depositi biciclette e strumenti digitali come i passaporti di ristrutturazione.
Italia: cosa ci aspetta
Il nostro Paese dovrà recepire la direttiva entro il 14 maggio 2026, ma il lavoro vero comincia già ora. La bozza del Piano Nazionale Italiano, attesa entro dicembre 2025, includerà:
- Una mappatura del patrimonio edilizio;
- Obiettivi vincolanti per il 2030, 2040 e 2050;
- Strategie finanziarie e strumenti di supporto, in particolare per famiglie vulnerabili;
- Un processo di consultazione pubblica obbligatoria con il coinvolgimento degli stakeholder.
Questa nuova fase rappresenta un’opportunità unica per rilanciare il settore delle costruzioni in chiave green e per accelerare la transizione energetica nelle città e nei piccoli Comuni.
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